Tumore alla prostata: frequenza, prevenzione e terapie

Intervista al Dott. Simone Sforza Specialista in Urologia

 

Che cosa è il PSA?

Il PSA (Antigene Prostatico Specifico) è una proteina prodotta dalla prostata che viene dosata con un semplice esame di laboratorio. Può essere aumentata in condizioni benigne come l’ipertrofia prostatica benigna (IPB), prostatiti e stati infettivi; può, però, comunemente essere l’unico allarme di un tumore alla prostata.

 

Quanto è frequente il tumore alla prostata?

Il tumore alla prostata rappresenta il tumore più frequente nel maschio, si stima che in Italia, un uomo su 8 presenterà tale problematica durante la vita. E’ solitamente raro prima dei 40 anni (ad esclusione di familiarità per questa neoplasia o altri fattori predisponenti), aumenta in maniera consistente dopo i 50 anni; l’incidenza aumenta ulteriormente fino a quasi 2 su 3 delle diagnosi che vengono effettuate sopra i 65 anni.

Nei primi studi autoptici che indagavano questa problematica, è stato visto come il 70% degli uomini presenti oltre gli 80 anni un tumore della prostata; nella maggior parte dei pazienti però questo non darà manifestazioni, ecco perché, tendenzialmente, salvo che non sia presenti sintomi ‘locali’ o a ‘distanza’ sopra tale età non è utile ma quasi ‘controproduttivo’, in considerazione anche dell’aspetto psicologico che una tale diagnosi potrebbe portare nel paziente, eseguire il PSA. Ovviamente la visita urologica (senza questo, ormai famoso, test del sangue) sopra gli 80 anni si può e si dovrebbe sempre fare in caso di infezioni ricorrenti urinarie o difficoltà al flusso o minzioni frequenti notturne!

 

Quando è utile fare l’esame del PSA e la visita urologica?

Per tutti gli uomini sopra i 50, andare a dosare il PSA risulta utile, per diagnosticare un possibile tumore alla prostata; fondamentale è che venga associato a una visita urologica comprensiva di anamnesi ed esplorazione rettale accurata. Infatti alcune varianti istologiche di questo cancro, scarsamente differenziate e tendenzialmente più aggressive anche se più rare, non vanno a secernere il PSA stesso; solo una visita completa urologica può andare a ‘sospettare’ tale quadro.

Spesso, l’urologo, nel caso sospetti una neoplasia, si avvarrà poi della risonanza magnetica multiparametrica endocavitaria alla prostata per andare a valutare in maniera ‘più precisa’ cosa è realmente presente all’interno di questa ghiandola con poi la possibilità di sottoporre il paziente a una biopsia prostatica che darà il responso definitivo.

E’ comunque bene precisare che Il PSA non è un test di screening per gli elevati costi su scala nazionale/internazionale di tali esami rispetto al costo complessivo delle cure per tale patologia.

 

Quale è la terapia migliore per il tumore alla prostata?

Non esiste, in valore assoluto, una scelta terapeutica superiore o migliore rispetto a le altre. Le varie opzioni terapeutiche vanno adattate in base alle patologie di base del paziente, l’età e le sue aspettative, l’esame istologico della biopsia e la stadiazione della malattia stessa. Va raggiunto un ‘accordo terapeutico’ fra medico e paziente.

Solo a titolo di elencazione alcune delle possibilità sono: sorveglianza attiva, radioterapia, terapia focale, ormonoterapia, chemioterapia, intervento chirurgico tradizionale o con tecnica mininvasiva robotica.

 

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