Giornata Mondiale della Salute Mentale

Cos’è la salute mentale e come prendersene cura

‘Mens sana in corpore sano’: cosa si intende per salute mentale

L’Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) definisce la salute mentale come “uno stato di benessere in cui ogni individuo possa realizzare il suo potenziale, affrontare il normale stress della vita, lavorare in maniera produttiva e fruttuosa e apportare un contributo alla propria comunità”. La salute mentale è parte integrante della salute e del benessere di ogni individuo.

 La qualità della salute mentale di una persona è spesso misurata dal modo in cui riesce ad adattarsi agli stress quotidiani. I disturbi mentali sono in aumento e richiedono un approccio multidisciplinare.

La prevenzione e la promozione della salute mentale sono basate sulla consapevolezza e sulla comprensione dei segni premonitori e dei sintomi percepiti.

Godere di una buona salute mentale significa raggiungere uno stato di equilibrio interiore che consente di utilizzare, in caso di necessità, tutte le risorse fisiche, cognitive, emotive, sociali, di cui si dispone, per affrontare le innumerevoli sfide che la vita pone, in modo efficace. 

Nella società odierna non vi è più una separazione tra corpo e mente e perciò la salute mentale non si riferisce esclusivamente ad un benessere psicologico, ma al benessere globale della persona, perché occuparsi della propria mente significa occuparsi al contempo del proprio corpo e dunque della propria salute in generale.

Perché è importante parlare di salute mentale

Lo abbiamo chiesto alla Dott.ssa Giulia Verdigi, Psicologa: “La sofferenza mentale è da sempre, e talvolta ancora oggi, accompagnata dalla paura, dalla vergogna, dal pregiudizio, dallo stigma dell’incurabilità, portando le persone che vivono uno o più disagi psichici a resistere e a ritardare l’accesso alle cure.

Ansia, depressione, stress, insonnia, problematiche legate al cibo, sono alcuni dei sintomi più frequenti e comuni, che alle volte possono insorgere in forma reattiva, dunque a seguito di un evento traumatico come nei casi di lutto, di perdita del lavoro, di problemi relazionali o di una malattia. Tutte queste possibili reazioni sono influenzate anche dalla propria storia personale, dagli aspetti biologici e individuali, dal contesto in cui si vive.

Spesso la paura di affidarsi ad un professionista, la falsa convinzione di riuscire a farcela da soli, può condurre ad una cronicizzazione di questi sintomi e ad un aggravarsi nel tempo, nel tentativo di nascondersi.

I sintomi ‘ignorati’ a distanza di tempo, diventano ingestibili e invalidanti nella propria vita quotidiana, segnalando la presenza di una sofferenza più profonda.

Diventa dunque necessario superare le barriere del pregiudizio, l’ostacolo della paura e trovare la forza e il coraggio per chiedere aiuto, alla luce del fatto che la maggior parte dei disagi psichici è curabile e gestibile.”

I campanelli d’allarme a cui prestare attenzione

Non è sempre facile riconoscere quando si sta vivendo uno stato di sofferenza psicologica. Diventa fondamentale imparare a individuare i segnali di malessere che, a lungo andare, diventano dei veri e propri campanelli d’allarme, ai quali bisogna prestare attenzione per evitare di incorrere nella cronicizzazione di disturbi e di disagi, nella consapevolezza che, se presi tempestivamente risultano gestibili.

I principali campanelli d’allarme che segnalano la presenza di una sofferenza clinicamente significativa sono:

  • Forte alterazione dei bisogni fisiologici (fame, sonno, ecc.);
  • isolamento, apatia, riduzione degli interessi;
  • alterazioni o sbalzi del tono dell’umore;
  • importanti problemi di concentrazione, di memoria;
  • limitazioni ed evitamento si situazioni, relazioni
  • sensazione di derealizzazione e di scollegamento da sé stessi e dal contesto che ci circonda;
  • paura, nervosismo ed accentuata sospettosità nei confronti di chi ci circonda;
  • senso di irritabilità e/o esplosioni di rabbia;
  • senso di negligenza e scarsa cura di sé.

Va precisato che, per formulare una diagnosi di disturbo psicopatologico e intraprendere una relativa terapia è necessario contattare uno specialista come uno psicologo, psicoterapeuta o un medico psichiatra che siano regolarmente iscritti all’albo di riferimento.

Quali sono i principali professionisti che si occupano della Salute Mentale?

Lo psicologo

Tra le figure principali che si occupano di salute mentale c’è lo psicologo. L’esercizio di tale professione prevede un percorso di studi universitario che ha una durata di 5 anni, un successivo anno di tirocinio in strutture pubbliche o private convenzionate con le Università di appartenenza, il superamento dell’esame di stato che garantisce l’iscrizione all’Albo A dell’Ordine degli Psicologi della regione prescelta e successivamente l’avvio della professione.

Occorre fare un’importante precisazione: lo psicologo non è un medico e pertanto non può prescrivere farmaci (nemmeno lo psicologo clinico). Egli svolge attività di: prevenzione, diagnosi, intervento, promozione della salute, riabilitazione, sostegno e consulenza in ambito psicologico (legge 56/1989).

Lo psicologo, per supportare la persona che sta attraversando un momento di disagio e per formulare una diagnosi accurata, utilizza dunque, esclusivamente, il colloquio clinico e test standardizzati, validati a livello scientifico internazionale.

Lo psicoterapeuta

Al termine del percorso di laurea, lo psicologo, in maniera del tutto facoltativa, può specializzarsi presso una delle Scuole di Psicoterapia riconosciute dal MIUR e acquisire così, dopo una specifica formazione, della durata almeno quadriennale, il titolo di Psicoterapeuta.

Lo psicoterapeuta utilizza, oltre agli strumenti condivisi con lo psicologo, tecniche di diagnosi e di intervento specifiche del proprio modello teorico di riferimento, per intervenire efficacemente per la cura e il trattamento dei disturbi psicologici o psicopatologici.

Lo psicoterapeuta può essere uno psicologo oppure un medico, in questo caso, nella maggior parte delle volte, uno psichiatra.

L’obiettivo di un percorso di psicoterapia è la cura e la promozione di un cambiamento nelle modalità risultate invalidanti su un piano cognitivo, emotivo, relazionale e comportamentale.

Lo psichiatra

Lo psichiatra, diversamente dallo psicologo e talvolta dallo psicoterapeuta, è laureato in Medicina e Chirurgia e specializzato in Psichiatria. Egli si occupa di: disturbi mentali prevalentemente da un punto di vista fisico-fisiologico; richiede e valuta indagini mediche; prescrive farmaci generici e/o psicofarmaci.

Lo psichiatra ti può consigliare una terapia psicofarmacologica adatta alla situazione, una eventuale psicoterapia e, in base alla sua formazione, proporre anche trattamenti terapeutici di Medicina Complementare come l’agopuntura, il massaggio di digitopressione, o i principi attivi fitoterapici. La Medicina Integrata propone approcci terapeutici tradizionali e complementari in una visione olistica della persona

Il medico specialista, il medico di medicina generale, perché li inseriamo tra le figure che si occupano di salute mentale?

Come finora spiegato, salute mentale non può essere distinta da salute generale.

Spesso, lo stigma, la paura del giudizio o la scarsa conoscenza dei processi e dell’iter di presa in carico, portano le persone che avvertono un disagio psichico di qualsiasi entità, a rivolgersi al medico di Medicina Generale o di richiedere visite specialistiche sulla base dei sintomi fisici correlati ad una sofferenza emotiva. Il medico di medicina generale, per esempio, sulla base di un rapporto di fiducia costruito nel tempo, assume un ruolo principale e prioritario nell’accogliere il disagio che il più delle volte esordisce a livello fisico-fisiologico. Questa figura, quindi, è importantissima in una ottica di prevenzione e promozione alla salute, in quanto può intercettare disagi e dare una prima accoglienza alle loro sofferenze, in una ottica di servizi di rete, quindi, può indirizzare il paziente al professionista più indicato e con competenze specifiche.

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