Neurochirurgia

Il chirurgo vertebrale: cosa fa e a chi serve

La chirurgia vertebrale è una branca specialistica a cavallo tra l’ortopedia e la neurochirurgia, che sta progressivamente acquistando autonomia.
In quasi tutto il mondo esistono reparti dedicati alla chirurgia vertebrale, mentre in Italia purtroppo siamo ancora agli inizi di questa evoluzione.

 

La competenza specifica del chirurgo vertebrale riguarda sia la parte osteoarticolare della colonna vertebrale (vertebre e dischi) che la parte neurologica (midollo spinale e nervi).
Il chirurgo vertebrale competente può trattare tutta la colonna vertebrale, dalla giunzione cranio-cervicale fino all’osso sacro, e può gestire interventi chirurgici con approcci posteriori, laterali e anteriori.

 

La formazione è quindi il risultato di un mix di competenze neurochirurgiche e neurologiche, ortopediche e di chirurgia generale.
Difficilmente oggi si riesce a raggiungere una formazione completa rimanendo ancorati ad una sola specializzazione.

 

I pazienti che hanno bisogno di essere valutati dallo specialista chirurgo vertebrale sono:

  • pazienti con deformità sia pediatrici che adulti (scoliosi idiopatiche o degenerative, squilibrio sagittale)
  • pazienti con patologia degenerativa dei dischi (ernie del disco, stenosi del canale, spondilolistesi)
  • pazienti con tumori della colona vertebrale o delle strutture contenute in essa
  • pazienti con fratture vertebrali traumatiche o patologiche (osteoporosi, metastatiche)

 

I motivi per cui i pazienti si rivolgono spontaneamente al chirurgo vertebrale sono quasi sempre:

  • dolore alla schiena
  • dolore a un arto
  • disturbo della deambulazione con riduzione dell’autonomia
  • deformità esteticamente evidente.

 

Il chirurgo vertebrale ha il compito di inquadrare globalmente il paziente e capire:

  • da dove origina il problema
  • quali siano le possibili soluzioni
  • la gravità della situazione.

 

L’ordine di questi tre step deve essere sempre rispettato.
In linguaggio tecnico medico si chiamano: diagnosi (“che cosa ho?”), terapia (“che cosa devo fare?”) e prognosi (“guarirò? tra quanto?”).

 

Un problema che si riscontra spesso tra i pazienti vertebrali è l’inizio di un percorso terapeutico in assenza di una diagnosi. Quasi sempre, a meno di pura fortuna, il paziente che effettua terapie non mirate, non ha alcuna chance di risolvere la propria situazione, e rischia di ritrovarsi con lo stesso disturbo di partenza.

 

Un esempio classico è il paziente anziano con lombalgia a cui viene prescritta fisioterapia e mobilizzazione, ma che in realtà ha una frattura vertebrale o dell’osso sacro non identificata.
È una situazione fin troppo comune, e testimonia quanto sia prudente e giusto sottoporsi ad un controllo clinico specialistico da parte di un chirurgo vertebrale prima di sottoporsi a terapia, in particolare nei pazienti fragili, il cui numero è in costante aumento.

 

Il chirurgo vertebrale ha la responsabilità di effettuare la diagnosi e di ponderare, caso per caso, quale sia il percorso terapeutico migliore per il paziente.

 

Informazioni

Il Dott. Vitale Ravelli riceve su appuntamento il Lunedì pomeriggio.

Il Dott. Paolo Lepori riceve su appuntamento il mercoledì pomeriggio.

La Dott.ssa Carlotta Martini riceve su appuntamento il giovedì mattina.

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